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Bianco delle Marche ottenuto da uve Verdicchio in purezza. Il lungo periodo di affinamento, prima in serbatoi di cemento a contatto sui lieviti autoctoni e successivamente in bottiglia, conferisce a questo cru di Verdicchio tipicità, pienezza e profondità. Versatile negli abbinamenti, si esalta con le ricette a base di pesce o con le carni bianche grigliate.
Tipologia vino | Vino Bianco |
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Vitigno | 100% Verdicchio |
Denominazione | Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC |
Annata | 2020 |
Abbinamenti | Aperitivo, Pasta ripiena, Primi di pesce, Carne bianca arrosto, Pesce arrosto |
Allergeni | Solfiti |
Formato | Bottiglia 0,75l |
Regione | Marche |
Stato | Italia |
Località
Montecarotto, Colline del Verdicchio, Marche.
Terreni
Molto profondo, franco argilloso, piuttosto fresco.
Altitudine/Esposizione
250-300 metri s.l.m./Est.
Sistema di allevamento
Doppio capovolto.
Metodo produttivo
Vendemmia manuale quando le uve hanno raggiunto una perfetta maturazione.
Dopo una pressatura soffice, il mosto fiore viene repentinamente raffreddato per poi essere decantato in maniera statica.
Fermentazione in serbatoi di acciaio a una temperatura che va dai 16 ai 18°, per 10-15 giorni.
Il vino non effettua fermentazione malolattica per preservare freschezza e acidità.
Affinamento per 10 mesi in serbatoi d'acciaio a contatto con i propri lieviti di fermentazione.
Riposo in bottiglia circa 6 mesi prima della commercializzazione.
Colore giallo paglierino brillante con vivaci riflessi verdognoli.
Al naso regala un bouquet ampio con note di ginestra, camomilla e pera, accanto a piacevoli sentori di menta selvatica, salvia e nocciola.
All'assaggio colpisce per la sua eleganza: asciutto e fresco, con un’acidità che si integra perfettamente con la struttura del vino. Lungo finale sapido e salato.
La storia di Umani Ronchi comincia intorno alla fine degli Anni ’50, quando Gino Umani Ronchi dà vita a una piccola azienda agricola nelle Marche, a Cupramontana, terra del Verdicchio Classico. Pochi anni dopo l’azienda viene rilevata dalla famiglia Bianchi-Bernetti che ne acquisisce il marchio, insieme alla proprietà, dando un impulso produttivo e commerciale all’attività. Nel 1968 avviene la trasformazione in Azienda Vinicola, e appena un anno dopo, il trasferimento della sede sociale e amministrativa a Osimo, dove si inaugura la cantina destinata alla lavorazione del Rosso Conero. Nello stesso periodo viene potenziata la cantina di Castelbellino, già dedicata alla lavorazione del Verdicchio. La gestione dell’azienda è tutta di Massimo Bernetti, che porta avanti con visione tre macro-obiettivi: aprire la commercializzazione dei vini ai mercati esteri, in particolare Germania e Inghilterra; incrementare la produzione, affiancando al Verdicchio, il Rosso Conero; aumentare la superficie agricola dell’azienda, che raggiungerà in poco tempo i 210 ettari di vigneti tra Marche e Abruzzo. In quegli stessi anni, Massimo Bernetti decide di lavorare sull’intera filiera produttiva, per migliorarla da un punto di vista qualitativo e per ampliare l’offerta a partire dai rossi, soprattutto dal Rosso Conero. Si arriva ai primi anni ’90, quando Massimo Bernetti, affiancato da suo figlio Michele, decide di avviare un lavoro di ricerca sulle più evolute tecniche agronomiche ed enologiche, e sui migliori terreni vitati, anche grazie a collaborazioni con esperti e centri di studio universitari. Michele, assieme ai propri tecnici, porta avanti un lavoro di affinamento continuo sui vini, che si traduce nella creazione di nuovi prodotti, e nella cura scrupolosa delle etichette esistenti. Un lavoro di perfezionamento della collezione Umani Ronchi, in un mercato nazionale e internazionale estremamente difficile e competitivo, dove è necessario differenziare, e dove l’unica parola d’ordine è perseguire la qualità.