21,00 €
Bianco biodinamico, elegante, fresco e preciso, ottenuto da uve Pinot Nero in purezza. Eclettico negli accostamenti gastronomici, dà il meglio di sé con gli antipasti raffinati e le ricette a base di pesce, crostacei o carni bianche.
Tipologia vino | Vino Bianco |
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Vitigno | 100% Pinot Grigio |
Denominazione | Alto Adige DOC |
Annata | 2021 |
Filosofia produttiva | Biodinamico Demeter |
Abbinamenti | Antipasti, Terrine, Paté, Salumi, Pesce, Crostacei, Carni bianche, Pollame |
Allergeni | Solfiti |
Formato | Bottiglia 0,75l |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Stato | Italia |
Località
Magrè e Salorno.
Terreni
Suoli sabbiosi, pietrosi e molto calcarei.
Altitudine
230-240 metri s.l.m.
Metodo produttivo
Fermentazione spontanea in parte in acciaio e in parte in botti di legno.
Affinamento sulle fecce fini in parte in acciaio e in parte in botti di legno per circa 9 mesi.
Assemblaggio fra varie componenti: una parte delle uve è stata vinificata subito (vinificazione classica), una è rimasta per 15 ore a contatto con le bucce, una terza è rimasta per circa 1 anno a contatto con i raspi e le bucce.
Colore giallo paglierino con riflessi rossastri.
Al naso regala aromi discreti e fruttati (melone, pesca), con note speziate e minerali.
All'assaggio è ricco di corpo ma molto vivace, fresco, fruttato e secco. Buona persistenza.
La storia dell'azienda ebbe inizio nel 1823, allorché Johann Lageder, apprendista artigiano, cominciò a commerciare in vini a Bolzano. I suoi figli e nipoti decisero di acquistare dei vigneti e produrre essi stessi del vino. Alois III, pronipote del capostipite, capì che la varietà climatica dell’Alto Adige poteva diventare un fattore vincente, e nel 1934 acquistò la tenuta Löwengang di Magrè, nella parte meridionale dell´Alto Adige. Fu lì e in altri villaggi che fece installare dei torchi per produrre vino, e ben presto anche diversi viticoltori cominciarono a conferirgli le proprie uve. Nel 1963, Alois III morì improvvisamente, quando il figlio Alois IV aveva solo 12 anni. Toccò quindi a sua moglie Christiane e alla figlia maggiore Wendelgard rilevare provvisoriamente l’azienda paterna, finché il fratello Alois IV, a metà degli anni Settanta, prese in mano la tenuta insieme a sua sorella e suo marito ed enologo cognato Luis von Dellemann. Da quel momento, introdusse severi criteri di qualità, adottando al tempo stesso dei metodi innovativi nei vigneti e in cantina, che gli valsero un posizionamento più elevato sul mercato. Applicando i principi del metodo biologico-dinamico, la tenuta coltiva oggi 55 ettari.