La fondazione della cantina ha avuto origine dalle radici della famiglia Numeroso. Già proprietaria, fin dalla seconda metà del ‘700, di venti ettari vitati con la leggendaria forma di allevamento conosciuta come “vite maritata al pioppo”, la famiglia Numeroso si dedica esclusivamente a rivendere le uve ottenute dalla paziente cura delle viti secolari. La fondamentale svolta risale agli anni Settanta, con la trasformazione su vasta scala dei vigneti passando dall’alberata ai più moderni sylvoz. Verso la fine degli anni settanta, a causa di una profonda crisi territoriale, economica e sociale, che portò alla scomparsa degli acquirenti di uve di Asprinio, la Famiglia Numeroso avvia le prime sperimentazioni nella spumantizzazione dell’Asprinio. Alla luce dei primi soddisfacenti risultati viene registrato, nel 1982, il marchio “I Borboni”. Viene così recuperata la tradizionale vinificazione dell'Asprinio nelle grotte, scavate a 15 metri di profondità sotto le dimore padronali, uniche per i loro ambienti particolarmente adatti alla conservazione, in grado di assicurare la giusta umidità, assenza di luce e temperatura costante nell' arco dell'anno. La scelta di riportare il processo produttivo negli impianti del centro storico rappresenta la ferma volontà di tutelare i legami con la tradizione che l'Asprinio esige e che la famiglia Numeroso non intende evitare, nonostante l'innegabile praticità che gli ampi spazi della campagna consentono, ma che modificherebbe i cicli e quindi la tipicità dei vini.
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