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Espressione giovane e vibrante del nobile vitigno piemontese. Proveniente da vigneti selezionati del Barolo e del Barbaresco, rivela un carattere raffinato e territoriale. L’annata 2022, calda ma ben gestita, dona un frutto maturo, tannini setosi e una beva armoniosa. Un Nebbiolo dal profilo tradizionale e accessibile, già capace di emozionare.
Tipologia vino | Vino Rosso |
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Vitigno | 100% Nebbiolo |
Denominazione | Langhe DOC |
Annata | 2022 |
Abbinamenti | Pasta fresca al ragù bianco, Risotto ai funghi, Tagliata di manzo, Faraona arrosto, Formaggi saporiti |
Allergeni | Solfiti |
Formato | Bottiglia 0,75l |
Regione | Piemonte |
Stato | Italia |
Località di provenienza
La Morra, Serralunga, San Rocco Seno d’Elvio, Sinio e Diano d’Alba.
Metodo produttivo
Vinificazione in acciaio con macerazione sulle bucce per circa 20 giorni.
Affinamento in botti di rovere francese e di Slavonia, per circa 24 mesi, e in barrique per una piccola parte.
Colore rosso rubino brillante con riflessi granati.
Al naso regala intense e nitide note di frutti di bosco, ciliegia matura, rosa, spezie dolci e liquirizia.
Al palato si presenta ben strutturato, corposo e fragrante. Tannini morbidi e vellutati. Finale elegante, con richiami floreali e minerali.
La Pio Cesare nasce nel 1881 quando il fondatore, Cesare di nome e Pio di cognome, un imprenditore di successo, viene attratto dall’idea di produrre una piccola e selezionata quantità di vini provenienti dalle colline del Barolo e del Barbaresco. Il marchio Pio Cesare aumentò fama e notorietà sul mercato nazionale e internazionale, affermandosi in modo convincente e definitivo, grazie soprattutto al Barolo, come una delle grandi firme del vino italiano, diventandone uno degli interpreti più autorevoli e apprezzati in Italia e nel mondo. L'impresa è attualmente proprietaria di circa 70 ettari in esposizioni particolarmente vocate. La scelta di avere vigne ubicate in diverse zone non è casuale, ma è determinata dalla volontà di fondere e amalgamare le diverse caratteristiche di ciascun vigneto e di ciascuna zona, per produrre vini rappresentativi dello stile della totalità dei terroir di ogni denominazione. Questo era il modo classico di produrre il Barolo, il Barbaresco e gli altri vini Albesi a fine ‘800 e rimane la filosofia di famiglia, oggi e per il futuro.