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Bianco biologico ottenuto dalla vinificazione in acciaio di uve Gewürztraminer, provenienti dalle vigne calde che circondano Termeno, che gli conferiscono sostanza, ampiezza e note amabili, e dalle vigne di mezza montagna della Valle Isarco, che lo rendono fresco e raffinato, dandogli anche una struttura aromatica più articolata.
Tipologia vino | Vino Bianco |
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Vitigno | 100% Gewürztraminer |
Denominazione | Alto Adige DOC |
Annata | 2023 |
Filosofia produttiva | Biodinamico Demeter, Biologico |
Abbinamenti | Aperitivi, Antipasti gustosi a base di salami e insaccati, Pesce e crostacei alla griglia, Formaggi |
Allergeni | Solfiti |
Formato | Bottiglia 0,75l |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Stato | Italia |
Località
Vigneti selezionati a Magrè, Cortaccia, Termeno e Valle Isarco.
Terreni
Suoli sabbiosi, ghiaiosi e in parte argillosi.
Altitudine
250-750 metri s.l.m.
Metodo produttivo
Fermentazione a temperatura controllata in acciaio.
Affinamento sulle fecce fini in acciaio per circa 4 mesi; una parte è stata vinificata a contatto con le uve intere.
Colore giallo paglierino limpido.
Al naso regala un bouquet spiccatamente aromatico e fresco, con note di frutti maturi (goccia d'oro, albicocca), accanto a raffinati sentori di spezie esotiche.
All'assaggio è secco, mediamente corposo, minerale e succoso. Lunga persistenza.
La storia dell'azienda ebbe inizio nel 1823, allorché Johann Lageder, apprendista artigiano, cominciò a commerciare in vini a Bolzano. I suoi figli e nipoti decisero di acquistare dei vigneti e produrre essi stessi del vino. Alois III, pronipote del capostipite, capì che la varietà climatica dell’Alto Adige poteva diventare un fattore vincente, e nel 1934 acquistò la tenuta Löwengang di Magrè, nella parte meridionale dell´Alto Adige. Fu lì e in altri villaggi che fece installare dei torchi per produrre vino, e ben presto anche diversi viticoltori cominciarono a conferirgli le proprie uve. Nel 1963, Alois III morì improvvisamente, quando il figlio Alois IV aveva solo 12 anni. Toccò quindi a sua moglie Christiane e alla figlia maggiore Wendelgard rilevare provvisoriamente l’azienda paterna, finché il fratello Alois IV, a metà degli anni Settanta, prese in mano la tenuta insieme a sua sorella e suo marito ed enologo cognato Luis von Dellemann. Da quel momento, introdusse severi criteri di qualità, adottando al tempo stesso dei metodi innovativi nei vigneti e in cantina, che gli valsero un posizionamento più elevato sul mercato. Applicando i principi del metodo biologico-dinamico, la tenuta coltiva oggi 55 ettari.