19,00 €
Rosso altoatesino fruttato, leggero e delicato, ottenuto da uve Vernatsch/Schiava in purezza. Vino di grande scorrevolezza da gustare preferibilmente con salumi, pizze e carni bianche grigliate.
Tipologia vino | Vino Rosso |
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Vitigno | 100% Schiava |
Denominazione | Vigneti delle Dolomiti IGT |
Annata | 2021 |
Filosofia produttiva | Biodinamico Demeter |
Abbinamenti | Antipasti, Affettati, Pizza speck e funghi, Carni lesse, Pollame, Carni bianche alla griglia o arrosto, Formaggio dolce |
Allergeni | Solfiti |
Formato | Bottiglia 0,75l |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Stato | Italia |
Località
Maso Römigberg, situato a nord- ovest del Lago di Caldaro (BZ).
Terreni
Suoli di origine morenica con parti argillose e presenza di calce dolomitica pietrosa e ghiaiosa.
Altitudine
250-330 metri s.l.m.
Sistema di allevamento
Pergola.
Metodo produttivo
Fermentazione spontanea del pigiato, con diverse percentuali di grappolo intero, in acciaio e in legno.
In parte macerazione post fermentativa con bucce e raspi in botte grande.
Affinamento in bottiglia per alcuni mesi.
Colore rosso rubino con riflessi violacei.
Al naso regala un bouquet discreto e aromatico, con note di frutti a bacca rossa e prugne, seguite da sentori florali e di pietra focaia.
All'assaggio è mediamente corposo, fresco, fruttato, morbido, secco e ricco di tannini. Finale persistente.
La storia dell'azienda ebbe inizio nel 1823, allorché Johann Lageder, apprendista artigiano, cominciò a commerciare in vini a Bolzano. I suoi figli e nipoti decisero di acquistare dei vigneti e produrre essi stessi del vino. Alois III, pronipote del capostipite, capì che la varietà climatica dell’Alto Adige poteva diventare un fattore vincente, e nel 1934 acquistò la tenuta Löwengang di Magrè, nella parte meridionale dell´Alto Adige. Fu lì e in altri villaggi che fece installare dei torchi per produrre vino, e ben presto anche diversi viticoltori cominciarono a conferirgli le proprie uve. Nel 1963, Alois III morì improvvisamente, quando il figlio Alois IV aveva solo 12 anni. Toccò quindi a sua moglie Christiane e alla figlia maggiore Wendelgard rilevare provvisoriamente l’azienda paterna, finché il fratello Alois IV, a metà degli anni Settanta, prese in mano la tenuta insieme a sua sorella e suo marito ed enologo cognato Luis von Dellemann. Da quel momento, introdusse severi criteri di qualità, adottando al tempo stesso dei metodi innovativi nei vigneti e in cantina, che gli valsero un posizionamento più elevato sul mercato. Applicando i principi del metodo biologico-dinamico, la tenuta coltiva oggi 55 ettari.