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Considerato uno dei più prestigiosi bianchi italiani, è un vino di grande eleganza e complessità nato dall’armonico assemblaggio di uve Friulano, Pinot Bianco e Sauvignon, coltivate a Rosazzo negli storici vigneti delle Terre Alte. È un vino di grande struttura che grazie all’invecchiamento acquisisce un’evoluzione terziaria di notevole complessità.
Tipologia vino | Vino Bianco |
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Vitigno | Friulano, Pinot Bianco, Sauvignon |
Denominazione | Rosazzo DOCG |
Annata | 2020 |
Filosofia produttiva | SQNPI |
Abbinamenti | Primi a base di verdure, Pesce, Carni bianche, Formaggi |
Allergeni | Solfiti |
Formato | Bottiglia 0,75l |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Stato | Italia |
Metodo produttivo
Vendemmia manuale, in piccole cassette, per preservare l’integrità della bacca.
Diraspatura delicata.
Macerazione per un breve periodo seguita da pressata soffice.
Chiarificazione del mosto tramite decantazione.
Fermentazione in recipienti di acciaio inox.
Completamento della fermentazione alcolica in botti di rovere e svolgimento di quella malolattica.
Maturazione sui lieviti, per aumentarne sapidità, cremosità e vocazione all’invecchiamento.
Imbottigliamento e affinamento in locali termo-condizionati.
Giallo paglierino intenso, vibrante e luminoso.
Al naso regala un bouquet complesso, elegante, raffinato e di grande intensità. Sensazioni floreali di zagara, gardenia, gelsomino, giglio e fiori di calla, si arricchiscono con note agrumate di bergamotto, scorza di arancia candita e con sentori di frutta matura come albicocca e pesca bianca. Seducenti profumi tropicali quali mango, litchi e papaya sono avvolti in profumi di salvia, basilico e macchia mediterranea. Una bellissima speziatura di pepe bianco e zenzero completa il bouquet.
Al palato è suadente e complesso, vivace ed equilibrato. Si contraddistingue per l’armonia tra volume e acidità, tra polpa e tensione. Aromi floreali di fiori di sambuco precedono sentori fruttati di pesca bianca, agrumi e cedro candito, per chiudere con note di salvia, salicornia e ortica. Finale speziato, sapido e persistente.
La storia di Livio Felluga e del suo vino si intreccia con la storia di quella particolare terra che circonda l’estremo nord-est dell’Adriatico, il punto di contatto fra Mediterraneo ed Europa Centrale. Livio Felluga si trasferì in Friuli alla fine degli anni ’30 per stabilirsi sui dolci contrafforti delle colline di Rosazzo, cominciando nel secondo dopoguerra, con grande coraggio, a restaurare gli antichi vigneti locali e a impiantarne di nuovi, introducendo idee e metodi innovativi e acquisendo, a pieno diritto, il titolo di rifondatore della tradizione viticola friulana. I suoi vini inconfondibili, per stile e profumi, sono i vini della Carta Geografica: un’antica mappa della zona collinare del Friuli segno di un profondo legame con la storia e il territorio, riprodotta in etichetta dal 1956. L'azienda si estende oggi su 242 ettari, dei quali 187 destinati alla coltivazione della vite, in un'aerea dal microclima singolare abbracciata dalle vicine Alpi e rinfrescata dalle brezze adriatiche. 14 vitigni dimorano in vigne intervallate a boschi, pendii erbosi, ulivi, sentieri, rii, fossati, gelsi e alberi da frutto: un grande ecosistema ricco di biodiversità.