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Raffinato spumante rosato ottenuto dalla sapiente unione delle migliori uve di Pinot Nero e Chardonnay. L’utilizzo di Pinot Nero, vinificato in rosa, conferisce buon corpo, struttura e soprattutto elegante vinosità, apportando una tannicità mai aggressiva.
Tipologia vino | Spumante |
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Vitigno | 50% Pinot Nero, 50% Chardonnay |
Dosaggio | Brut |
Annata | 2018 |
Abbinamenti | Salumi, Sushi, Primi piatti, Carne, Pesci saporiti, Formaggio |
Allergeni | Solfiti |
Formato | Bottiglia 0,75l |
Regione | Lombardia |
Stato | Italia |
Terreno
Suolo calcareo-argilloso di origine morenica.
Metodo produttivo
Vendemmia: tra metà agosto e i primi di settembre quando le uve hanno raggiunto la corretta maturazione zuccherina, ma conservano ancora notevole acidità e freschezza.
Maturazione: 36 mesi di affinamento sui lieviti.
Le bottiglie riposano in cantina per altri 5-6 mesi dopo la sboccatura.
Dati analitici
Zuccheri residui: 7,5 gr./lt.
Acidità totale: 5,1 gr./lt.
Estratto secco totale: 19,8 gr./lt.
Ph: 3,20
Pressione: 6 atmosfere.
Colore rosato tenue con riflessi che tendono al salmone.
Perlage fine e persistente, spuma abbondante e cremosa.
Al naso regala un profumo intenso con sentori di piccoli frutti rossi e composta di frutta.
Al palato si presenta ben strutturato, fragrante, intenso ed equilibrato, con ottima persistenza e piacevole vinosità.
Della cantina, costruita nel rione fratta di Monticelli Brusati, si parlava già con ammirazione a metà Ottocento. Nella seconda metà dell'Ottocento il cav. Luigi Rossetti, ricco commerciante della zona, trasformò un casale risalente presumibilmente al XVI secolo nella sua elegante dimora, nonché nella sede dei suoi commerci di vino, in funzione dei quali costruì le bellissime cantine ricavate scavando nella roccia viva della collina degradante alle spalle della Villa. Con quattro tronchi di galleria disposti a croce greca, poteva accogliere ben seimila ettolitri di vino, un’enormità per quei tempi. Da qui il soprannome attribuitole dai locali: “el cantinù”, il Cantinone. Alla morte del cav. Rossetti segue un lento declino e tutto sembra finito, ma alla fine degli anni ‘70 un altro uomo “di vino” irrompe nella “vita” della Villa: Franco Ziliani – patron della Guido Berlucchi – la visita, trovandola in condizioni desolanti, ma ne coglie l’enorme fascino e l’unicità delle cantine. Dopo una serie di importanti lavori di consolidamento, ricostruzione e restauro, la villa e il giardino con le sue caratteristiche balze degradanti dalla collina, tornano ad accogliere e ad ammaliare i propri ospiti, immergendoli nel calore di locali arredati con sobria eleganza. Nel 1979 nasce cosi il nuovo progetto Antica Fratta destinato a riportarla all’antico splendore. Oggi Antica Fratta “ricomincia” dalle sue nuove, grandi ambizioni, con la ferma intenzione di diventare “Essenza” di Franciacorta.