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Rosso da uve Nebbiolo di stile molto classico, complesso, potente e di grande fascino, che rappresenta da sempre, come da tradizione, l’espressione più fedele dei grandi terroir della zona del Barolo.
Tipologia vino | Vino Rosso |
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Vitigno | 100% Nebbiolo |
Denominazione | Barolo DOCG |
Annata | 2019 |
Abbinamenti | Ricette con funghi o tartufo, Secondi saporiti di carne bianca, Brasati, Selvaggina, Formaggi stagionati |
Allergeni | Solfiti |
Formato | Bottiglia 0,75l |
Regione | Piemonte |
Stato | Italia |
Località di provenienza
Serralunga d’Alba (Cascina Ornato, La Serra e Briccolina), Grinzane Cavour (Gustava e Garretti), La Morra (Roncaglie), Novello (Ravera) e Monforte d’Alba (Mosconi).
Metodo produttivo
Vinificazione in acciaio. Macerazione sulle bucce per circa 30 giorni a temperature piuttosto alte.
Affinamento in botti di rovere francese e di Slavonia per circa 30 mesi e in piccola parte in barrique.
Colore rosso rubino con sfumature granato.
Al naso regala un bouquet ampio, complesso ed elegante, con note di frutti di bosco in confettura, ciliegia, scorza di agrumi, humus ed erbe balsamiche.
Al palato si presenta ben strutturato, morbido e robusto. Tannini importanti ma equilibrati. Finale lungo e persistente.
La Pio Cesare nasce nel 1881 quando il fondatore, Cesare di nome e Pio di cognome, un imprenditore di successo, viene attratto dall’idea di produrre una piccola e selezionata quantità di vini provenienti dalle colline del Barolo e del Barbaresco. Il marchio Pio Cesare aumentò fama e notorietà sul mercato nazionale e internazionale, affermandosi in modo convincente e definitivo, grazie soprattutto al Barolo, come una delle grandi firme del vino italiano, diventandone uno degli interpreti più autorevoli e apprezzati in Italia e nel mondo. L'impresa è attualmente proprietaria di circa 70 ettari in esposizioni particolarmente vocate. La scelta di avere vigne ubicate in diverse zone non è casuale, ma è determinata dalla volontà di fondere e amalgamare le diverse caratteristiche di ciascun vigneto e di ciascuna zona, per produrre vini rappresentativi dello stile della totalità dei terroir di ogni denominazione. Questo era il modo classico di produrre il Barolo, il Barbaresco e gli altri vini Albesi a fine ‘800 e rimane la filosofia di famiglia, oggi e per il futuro.