16,00 €
Bianco altoatesino fresco e vivace, il cui stile inconfondibile scaturisce dall’interazione fra uve Sauvignon Blanc provenienti da terroir diversi, a prevalenza sabbiosa e ghiaiosa. Ottimo con le ricette vegetariane, è da provare con ricette di mare piccanti o speziate.
Tipologia vino | Vino Bianco |
---|---|
Vitigno | 100% Sauvignon Blanc |
Denominazione | Alto Adige DOC |
Annata | 2022 |
Abbinamenti | Antipasti, Asparagi, Pesce alla griglia o al forno, Molluschi, Crostacei, Carne bianca, Pollame, Verdura |
Allergeni | Solfiti |
Formato | Bottiglia 0,75l |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Stato | Italia |
Località
Vigneti selezionati a Terlano, Magrè, Cortaccia e Termeno.
Terreni
Suoli porfirici di origine vulcanica, molto calcarei a Magrè, Cortaccia e Termeno.
Altitudine
250-520 metri s.l.m.
Metodo produttivo
Fermentazione a temperatura controllata in acciaio.
Affinamento sulle fecce fini in acciaio per circa 4 mesi.
Una parte è stata vinificata a contatto con le uve intere.
Colore giallo paglierino brillante con riflessi verdognoli.
Al naso regala aromi freschi e discreti, con note fruttate, floreali e minerali.
All'assaggio si presenta mediamente corposo, armonico, vivace, fruttato, fresco e secco.
La storia dell'azienda ebbe inizio nel 1823, allorché Johann Lageder, apprendista artigiano, cominciò a commerciare in vini a Bolzano. I suoi figli e nipoti decisero di acquistare dei vigneti e produrre essi stessi del vino. Alois III, pronipote del capostipite, capì che la varietà climatica dell’Alto Adige poteva diventare un fattore vincente, e nel 1934 acquistò la tenuta Löwengang di Magrè, nella parte meridionale dell´Alto Adige. Fu lì e in altri villaggi che fece installare dei torchi per produrre vino, e ben presto anche diversi viticoltori cominciarono a conferirgli le proprie uve. Nel 1963, Alois III morì improvvisamente, quando il figlio Alois IV aveva solo 12 anni. Toccò quindi a sua moglie Christiane e alla figlia maggiore Wendelgard rilevare provvisoriamente l’azienda paterna, finché il fratello Alois IV, a metà degli anni Settanta, prese in mano la tenuta insieme a sua sorella e suo marito ed enologo cognato Luis von Dellemann. Da quel momento, introdusse severi criteri di qualità, adottando al tempo stesso dei metodi innovativi nei vigneti e in cantina, che gli valsero un posizionamento più elevato sul mercato. Applicando i principi del metodo biologico-dinamico, la tenuta coltiva oggi 55 ettari.